Terapia Mediata con i Genitori (TMG)
La terapia “mediata” dai genitori ed è una tecnica di parent coaching che consente ai genitori di interagire nel modo più efficace possibile col figlio. Durante le sedute è coinvolto anche il bambino e il beneficio di questa tecnica si riverbera su tutto il nucleo familiare. Le terapie “mediate” si distinguono quindi dalle terapie “dirette”, per uno spostamento di focus; l’agente del cambiamento del bambino non è direttamente il terapista, ma il genitore. Il coinvolgimento dei genitori nell’attuazione di strategie di intervento progettate per aiutare i loro bambini ha una storia che risale agli anni ’70 (Schopler 1971) con le applicazioni con i bambini con autismo. All’interno della letteratura ci sono stati numerosi studi che hanno valutato specifici approcci di formazione dei genitori nell’affrontare i problemi comportamentali, nel miglioramento delle interazioni genitore-figlio e nel facilitare la comunicazione (Oono et al., 2013).
Finalità: Il modello di trattamento è finalizzato ad incrementare le abilità di comunicazione ed interazione genitore-bambino. Attraverso il supporto genitoriale, il bambino diventa beneficiario indiretto del miglioramento dei genitori, in particolare attraverso la Care Coordination, ovvero l’abilità da parte di entrambi i genitori di sapersi coordinare nella cura del bambino e nell’ascolto delle sue richieste. Attraverso la psicoeducazione di entrambi i genitori si aiutano I genitori a sviluppare la propria consapevolezza e la comprensione. Mediante la formazione dei genitori si migliorano le abilità quali empatia, comunicazione, lavoro di gruppo, ascolto ecc. In questo caso il bambino risulta essere beneficiario diretto del miglioramento subito da entrambi i genitori. I genitori asssumono un ruolo primario nel mediare la terapia con il bambino e quindi sono diretti protagonisti, e in secondo luogo assumono un ruolo complementare a quello del terapeuta (Bearss et al., 2015; S.J. Rogers; G. Dawson, 2020).
Obiettivi: gli obiettivi della terapia mediata dai genitori devono essere focalizzati lungo un continuum che preveda:
– Supporto ai genitori nel regolare le emozioni del bambino, ovvero apprendere la modulazione ed ottimizzazione degli stati emotivi, del livello di attivazione (arousal) e di attenzione del bambino. Così da favorire la relazione.
– Sensibilità del genitore al punto di vista del bambino, facendo un utilizzo di emozioni positive, che favoriscano l’empatia
– Uso di una postura corretta per facilitare l’interazione con il bambino, per favorire un’interazione diadica basata sulla reciprocità sociale
– Alternanza nel gioco e nei turni conversazionali, come opportunità di scambio comunicativo
– Identificare quello che è al centro dell’attenzione del bambino, così da comprendere quali sono i suoi interessi, cosa egli gradisce, e quali attività o stimoli porporgli per agganciare la sua attenzione e favorire una sana relazione.
– Favorire la comunicazione non verbale, e quindi fornire ai genitori strategie utili per aiutare il bambino ad apprendere, ad esprimere i propri deisderi, sentimenti ed interessi.
– Favorire l’attenzione congiunta, così da aiutare il bambino ad imparare a condividere gli interessi con gli altri
– Favorire l’imitazione, ovvero aiutare il bambino ad apprendere attraverso il canale imitativo e anche attraverso il gioco parallelo (Rogers, S.J., Dawson, G., 2020)
In particolare si parla di Interventi mediati dai genitori per i core syntoms, ovvero interventi che vanno a toccare aree come la comunicazione sociale, l’imitazione, il gioco e l’interazione, ma anche sintomi secondari quali alimentazione selettiva, disturbi o problematiche legate al sonno, controllo sfinterico e comportamenti legati all’autonomia e alla cura personale.
Metodologia: La durata degli interventi è di 24 sessioni, distribuiti in sei mesi a cadenza settimanale. Ogni incontro ha una durata di 1 ora. La modalità è online tramite piattaforma zoom.
Da un punto di vista metodologico, che tenga conto soprattutto della qualità della vita dei genitori, nonché del bambino, il quale è il diretto interessato per l’intervento, è importante operare precocemente e soprattutto, cercare di coinvolgere i genitori, poiché un mancato intervento porta alla creazione di un circolo vizioso in cui:
Strumenti: gli strumenti principali di “training” del genitore sono il coaching, il modeling e il video feedback: durante il coaching si forniscono al genitore dei suggerimenti su come modificare il suo comportamento durante l’interazione di gioco genitore-bambino; con modeling intendiamo, invece, una procedura all’interno della quale il terapista mostra direttamente al genitore “come interagire” con il bambino; con video-feedback si intende, infine, una sessione all’interno della quale il genitore può ri-osservare la sua modalità di interazione con il bambino attraverso dei video di interazione di gioco appositamente registrati. (Bearss et al., 2015).
IINFO E PRENOTAZIONI_ segreteria@istitutoici.it, 06.3728340
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