IL DISTURBO DELLO SPETTRO AUTISTICO
Il disturbo dello spettro autistico è un disturbo del neurosviluppo caratterizzato dalla compromissione di diverse aree che interferiscono significativamente con lo sviluppo delle abilità attese da un bambino in un determinato periodo della sua crescita. Le caratteristiche principali sono la presenza di uno sviluppo anomalo nell’interazione sociale e nella comunicazione e una notevole ristrettezza nel repertorio di attività e di interessi. Da un punto di vista clinico è possibile individuare i sintomi precocemente.
Le manifestazioni del disturbo seppur rientrano all’interno delle medesime dimensioni possono essere eterogenee. Diversi fattori contribuiscono all’eterogeneità del disturbo incluse alcune condizioni mediche come le disfunzioni gastrointestinali, i disturbi del sonno e autoimmuni. Possono essere associate anche condizioni neurologiche e neuropsicologiche quali crisi epilettiche, anomalie sistemiche e motorie, deficit di attenzione, iperattività e anche problemi psicologici come l’ansia e difficoltà a carattere emotivo. Un altro elemento che contribuisce all’eterogeneità è legata alle abilità intellettive che possono variare da una profonda disabilità fino all’intelletto superlativo (Geschwind, Levitt, 2007). Tra i sintomi associati sono presenti alterazioni sensoriali come ipersensibilità o iposensibilità. Molti bambini con autismo provano forte disagio quando esposti a certi suoni o frequenze. Spesso si coprono le orecchie o provano disagio dopo aver udito suoni come il pianto di un bambino o il rombo di un motore.
Al contrario, alcuni genitori pensano che i loro figli mostrino deficit uditivi poiché non si voltano se chiamati e non sembrano rispondere ai suoni. Alcuni bambini sono ipersensibili e possono evitare tutte le forme di contatto corporeo. Altri invece hanno una scarsa sensibilità tattile e talvolta anche al dolore. Altri ancora sembrano desiderare una forte pressione corporea. Possono essere presenti difficoltà motorie soprattutto legate ad azioni complesse che necessitano una pianificazione e una sequenzialità del movimento come ad esempio la coordinazione visuo-motoria durante la manipolazione di oggetti, l’anticipazione degli aggiustamenti posturali e l’organizzazione di una sequenza motoria per un’azione finalizzata ad uno scopo in maniera intenzionale (Gowen, Hamilton, 2013).
I bambini con autismo mostrano difficoltà nel comprendere pensieri, piani o prospettive diverse dalle loro. Allo stesso tempo possono avere particolari abilità nella musica, nell’arte, nella matematica o nelle capacità di memoria e visuopercettive. Il linguaggio è ridotto o addirittura assente. Spesso è presente l’ecolalia ovvero la ripetizione di parole o frasi in maniera non funzionale al contesto a cui si riferiscono. Solitamente i sintomi del disturbo cominciano a diventare evidenti intorno ai 18-24 mesi di vita mentre nei casi più gravi è possibile individuarli anche intorno a 1 anno.
Molti genitori riferiscono un normale decorso fino ad un certo periodo della crescita e poi un arresto delle normali tappe di sviluppo con una chiusura da parte del bambino, un blocco del linguaggio e un disinteresse anche nei confronti del gioco. L’eterogeneità con cui si manifesta l’autismo comporta quindi la presenza di soggetti con lo stesso disturbo ma con caratteristiche cliniche diverse rispetto alle aree della compromissione sociale, della comunicazione, gli interessi e i comportamenti ristretti e ripetitivi. Inoltre possono essere associati altri sintomi e può essere presente o assente la disabilità intellettiva più o meno grave.
Alla luce di quanto detto diventa fondamentale la scelta dell’intervento del clinico per il singolo bambino che deve risultare assolutamente individualizzato al caso specifico.
Con quali modalità si svolge il trattamento?
Il trattamento ABA può essere svolto a domicilio, a scuola o al centro per un numero di ore che viene concordato al momento dell’avvio dell’intervento.
Le strategie utilizzate si basano su procedure di rinforzo:
– Strategie di rinforzo positivo
– Strategie di rinforzo differenziale
– Strategie di prompting e fading
– Strategie di shaping,
– Procedure di mand training
– Verbal Behavior