Balbuzie definizione
Come viene classificata la Balbuzie?
Quali elementi caratterizzano il disturbo?
- Ripetizione di suoni e sillabe.
- Prolungamenti dei suoni delle consonanti così come delle vocali.
- Interruzione di parole (per es.. pause all’interno di una parola)
- Blocchi udibili o silenti (pause del discorso colmate o non colmate).
- Circonlocuzioni (sostituzioni di parole per evitare parole problematiche).
- Parole pronunciate con eccessiva tensione fisica.
- Ripetizione di intere parole monosillabiche (per es.. “ Lo-lo-lo-lo vedo”)
Differenze fra balbuzie e Cluttering (ICD-10)
“Si tratta di una condizione caratterizzata da rapidità e interruzione del flusso dell’eloquio, ma senza ripetizioni o esitazioni, di intensità tale da compromettere la comprensibilità del discorso. L’eloquio è irregolare e disritmico, con improvvisi scatti che abitualmente comportano difetti nella costruzione delle frasi”
L’anomalia interferisce con i risultati scolastici o lavorativi, e con la comunicazione sociale.
Quali sono le manifestazioni che accompagnano la Balbuzie?
Qual è l’incidenza della Balbuzie nella popolazione Italiana?
Quando insorge la Balbuzie nei bambini?
Il disturbo è ereditario?
Chi è maggiormente a rischio uomini o donne?
Dipende da fattori culturali o sociali?
Quali difficoltà incontra il balbuziente?
Sintomatologia della Balbuzie
- Nella FORMA TONICA, la fase di contrazione si prolunga eccessivamente, per cui il paziente ha difficoltà a iniziare la parola, dicendo ad esempio “C-c-c-casa”
- Nella FORMA CLONICA , il soggetto è costretto a involontarie ripetizioni di suoni e sillabe che rendono faticoso il corso dell’eloquio, dicendo ad esempio “Ca-ca-ca-sa-sa-sa”
- Nella FORMA MISTA, le due forme precedenti si verificano insieme, come ad esempio “C-c-c-ca-s-s-s-sa”
- Nella FORMA PALILALICA, nella quale il soggetto ripete spasmodicamente una sillaba che non ha alcuna attinenza con le parole che ha intenzione di pronunciare (Lunghi e Person, 1995)
- Nella FORMA PARALALICA, si manifesta con rumori gutturali come per schiarirsi la voce, con ripetizioni di “già”, “è vero”, “sì”, “cioè” e con altri suoni, rumori e fenomeni di carattere paralinguistico, emessi sia prima della frase o durante l’eloquio, come ad esempio: “ehm”, “beh” ecc”.
- Sostituzioni verbali;
- Attacco brusco ed esplosivo della frase;
- Forzata accentazione;
- Attacco forzato nella produzione delle vocali;
- Prolungamenti;
- Forzata ripetizione delle consonanti sia nell’intensità che nella produzione;
- Ripetizione di parole o sintagmi (più termini), sillabe o singoli suoni;
- Uso di riempitivi (tipo cioè, allora, quindi, ecc.);
- Pause vocalizzate (cioè.., vero…?, quindi…, ecc.);
- Pause all’interno della parole o dei sintagmi;
- Fissazioni della postura articolare della bocca, come blocchi o prolungamenti dei suoni, in particolare:
- Su consonanti esplosive in cui è tipica la ripetizione (“P-p-p-p-pronto…”);
- Su consonanti sibilanti (“Ssssssono stato….”) o su vocali (“Aaaaaandrò al mare”).
- Arresti dell’emissione verbale, spesso senza componenti di sforzo;
- Ripetizioni di fonemi che non hanno alcuna relazione o significato rispetto alla parola che dovrebbe essere pronunciata;
- Aggiunta di parole stereotipate.
Alterazione dei movimenti respiratori:
Tuttavia, il fenomeno respiratorio sopra descritto non è presente quando il soggetto tace oppure parla da solo o con persone con cui si sente disteso.
Tic facciali:
Questi movimenti all’inizio sono usati volontariamente per superare l‘ostacolo determinato dallo spasmo tonico o clonico del linguaggio, ma poi finiscono per diventare ripetuti, obbligati, involontari fino alla crisi parossistica.
Questi tic sono appresi secondo il paradigma del condizionamento operante. La riduzione della tensione mantiene tutto il processo e rende il tic automatico e involontario.
La terapia cognitivo comportamentale per curare la balbuzie:
Da qui l’associazione tra il dialogo e l’ansia, per paura della disapprovazione, che accompagnerà l’individuo, il genitore che ripete spesso al figlio: “Devi parlare bene, non devi sbagliare” crea delle premesse ansiogene e non facilita il processo di autocorrezione che avrebbe potuto instaurarsi.
La paura di balbettare porta a un costante attenzione sul come si deve dire che nel soggetto balbuziente è di gran lunga più importante del cosa dire.
Si innesca così il circolo vizioso dell’eccesso di controllo.
Appare quindi evidente l’importanza della prevenzione, da realizzare fornendo ai genitori informazioni utili sullo sviluppo del linguaggio per impedire l’origine e il mantenimento della balbuzie.
Il mantenimento del disturbo è spiegato dal condizionamento operante. Questo paradigma di apprendimento sottolinea l’importanza degli effetti del comportamento sull’ambiente.
Riassumendo, gli effetti che mantengono la balbuzie sono:
- Attenzione e aiuto
- Evitamento delle responsabilità
- Sollievo dall’ansia dopo aver pronunciato le parole balbettate
Con quali modalità si svolge il trattamento?
- tecniche di respirazione e tecniche di instaurazione della fluenza;
- rilassamento;
- desensibilizzazione sistematica;
- terapia cognitiva;
- training assertivo;
- tecniche per migliorare l’autostima (inclusa la terapia centrata sul riconoscimento, accettazione e gestione delle emozioni);
- trattamento dei tic, qualora siano presenti.
Le principali cause della balbuzie
- Teorie organicistiche secondo cui la balbuzie rappresenta la manifestazione esteriore di una lesione specifica o di anomalie del Sistema Nervoso Centrale nelle aree del linguaggio
- Teorie psicogenetiche secondo cui la balbuzie deriva da un conflitto emozionale tra il parlare e il non parlare che si risolve con il balbettare
- Teorie foniatriche secondo cui il deficit del balbuziente deriva dalla prevalenza di movimenti abduttori della laringe
Intervento integrato
- Ridurre la frequenza con cui si verificano gli episodi di disfluenza
- Ridurre la severità e la durata delle disfluenze
- Ridurre l’utilizzo dei comportamenti di evitamento;
- Ridurre o eliminare gli atteggiamenti messi in atto dall’ambiente circostante che fungono da fattori di mantenimento
- Stimolare la persona balbuziente a modificare la gestione delle situazioni di verbalizzazione
- Ridurre l’attitudine alla balbuzie, modificare le convinzioni negative che spesso impediscono il consolidamento dei risultati raggiunti all’interno del setting di terapia
- Ridurre le reazioni emotive a specifici stimoli che interferiscono negativamente sulla fluenza o comunque non facilitano il miglioramento della stessa
- Se necessario, integrare il trattamento per aiutare e supportare il paziente nella risoluzione di altre difficoltà di natura logopedica, diverse dalla balbuzie
- Fornire informazioni utili e indicazioni necessarie ai genitori, o alle altre figure significative per la persona che balbetta, sulla balbuzie, sul percorso riabilitativo e sulla prognosi del disturbo
Il razionale degli esercizi di esposizione si basa, invece, sulla constatazione che le paure siano state apprese e consolidate da processi in cui i condizionamenti giocano un ruolo determinante. Queste paure posso essere decondizionate, se le circostanze temute vengono affrontate in condizioni controllate e sistematiche.
Alle tecniche cognitivo-comportamentali, in un’ottica integrata, si associa l’intervento logopedico che prevede l’introduzione di esercizi focalizzati sull’automatizzazione dei movimenti pneumo-fono-articolatori.
Una parte importante del trattamento è, inoltre, svolta con strumenti digitali come il “Balbus”, una piattaforma riabilitativa multimediale.
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